Commento del CIO, venerdì 24 aprile 2020
Come previsto, l’incontro di ieri dei capi di stato dell’UE non ha ancora prodotto alcun accordo sulla definizione di ulteriori misure di sostegno per 1000 miliardi. Tuttavia sembra che si siano fatti dei passi avanti, nel senso che le trattative vertono ora più sul «come» che non sul «se». Dietro alle questioni tecniche relative alla decisione tra corona-bond, MES o bilancio dell’UE per la fornitura degli aiuti, c’è la questione se gli aiuti debbano assumere la forma di prestiti o di veri e propri trasferimenti. I prestiti devono essere alla fine restituiti e servono principalmente per guadagnare tempo. I trasferimenti sono una ridistribuzione delle entrate fiscali tra gli stati dell’UE e risultano quindi molto più convincenti come espressione di «solidarietà». Le complesse discussioni politiche in seno al Consiglio dell’UE entreranno a tale proposito in una seconda fase.
Giovedì prossimo si svolgerà una seduta regolare della BCE e molti osservatori si attendono un possibile aumento in qualche forma del programma di acquisto di titoli di stato (PEPP) per il 2020 dal valore di 750 miliardi di euro, appena deciso il 18 marzo. L’acronimo PEPP sta per «Pandemic Emergency Purchase Program» (Programma di acquisto di emergenza in caso di pandemia), un programma che non deve attenersi alla quota di partecipazione al capitale relativa all’allocazione degli acquisti delle obbligazioni dei diversi paesi dell’eurozona. Nel corso del fine settimana, l’agenzia di rating Standard & Poor’s potrebbe declassare il rating dell’Italia, il che potrebbe implicare un consolidamento del PEPP con un più consistente PEPP II. Non sono un estimatore dei numerosi e complicati acronimi che a quanto pare sono molto popolari alla BCE (LTRO, TLTRO, MREL, MIP, MFI ecc.). L’esperienza insegna che spesso si ricorre alle abbreviazioni per mascherare il banale o nascondere lo sgradevole.
la trasparenza dei rischi derivanti dalla responsabilità solidale per i debiti sovrani nell’eurozona. I cittadini dell’UE capiscono cosa significa una fideiussione e possono decidere responsabilmente se la ritengono ragionevole o meno. Analogamente, è legittimo un controverso e aperto dibattito democratico su questo tema in seno al Consiglio europeo. Indipendentemente da come li si valuti, i rischi derivanti da un’espansione sempre più marcata del bilancio della BCE sono già condivisi tramite la moneta unica. Dal 2007 il bilancio della BCE è passato da poco più di 1000 miliardi a oltre 5000 miliardi di euro. La fase di bassi tassi di interesse che ne è necessariamente conseguita comporta costantemente gigantesche ridistribuzioni. Ad esempio, i proprietari di abitazioni sono favoriti dai bassi tassi d’interesse e i fondi pensione sono svantaggiati dai bassi rendimenti. Mi sembra del tutto irrazionale questa percezione asimmetrica, per cui da un lato nei paesi nordici dell’eurozona predomina un istintivo rifiuto verso debiti contratti congiuntamente o verso trasferimenti diretti, e dall’altro 4000 miliardi del totale di bilancio della BCE sono accumulati con la massima facilità per la moneta comune. Tanto più che i rischi derivanti da un bilancio della BCE così consistente sono molto più complessi e, soprattutto, meno trasparenti. Tuttavia, c’è ancora da aspettarsi che la crescita del bilancio della BCE come prestatore di ultima istanza per ora continui e che vengano inventate nuove abbreviazioni, almeno finché nell’UE non si troveranno soluzioni politiche più trasparenti.
Oggi, venerdì, i mercati azionari globali aprono senza direzione e con poche variazioni. Quelli europei sono leggermente al ribasso. L’indice svizzero SMI è attualmente in flessione di –0,5 % circa e anche per i mercati azionari statunitensi oggi è attesa un’apertura poco movimentata. A seconda dell’indice (Dow Jones / Standard & Poor’s 500), le azioni statunitensi hanno attualmente perso circa il 14-18 % da inizio anno, quelle europee circa il 24 %, quelle svizzere circa il 9 % e quelle cinesi (indice CSI 300) circa il 7 % (tutte le cifre al 24.4.2020, ore 13.00 circa, ora di Basilea, oscillazioni di mercato da inizio anno, valutate in CHF).
Ripetiamo ancora una volta che in questo contesto la paura è cattiva consigliera. Raccomandiamo di mantenere le posizioni azionarie. Desiderate ricevere regolarmente informazioni sull’attuale situazione di borsa? Abbonatevi ora alla nostra Investment Letter.