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Prospettive di mercato

Donald Trump arranca nella corsa per la rielezione

Commentaire du CIO, 29 juin 2020

Dr. Stefan Kunzmann, Responsabile Investment Research
Le ultime settimane hanno mostrato che la strada verso la normalità è ardua e lunga. Lo dimostrano gli ultimi casi di nuove infezioni da coronavirus, per esempio in Germania e in Portogallo, ma anche il drastico aumento del numero di infezioni riscontrato in vari stati federati USA. L’affermazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, «Se non facessimo test, non avremmo casi» oltre a essere cinica è anche molto pericolosa. L’allentamento delle misure di quarantena è essenziale per la normalizzazione della vita economica e sociale, tuttavia deve essere attuato con il necessario senso della misura e tenendo d’occhio il rischio di una seconda ondata. Un allentamento troppo veloce e azzardato non porta vantaggi a nessuno. Tanto meno alle regioni in cui il numero dei casi cresce rapidamente.

Dai sondaggi sulle elezioni presidenziali americane del prossimo novembre emerge che anche i cittadini statunitensi sono molto critici nei confronti della gestione della crisi da parte di Donald Trump. Sebbene i sondaggi siano ancora seguiti e valutati con un alto grado di scetticismo, al momento è lo sfidante democratico per la presidenza, Joe Biden, a riscuotere maggiormente il favore degli elettori. Il recente chiaro miglioramento degli indicatori economici in molte nazioni non è di grande aiuto a Donald Trump.

Gli indicatori disponibili segnalano tuttora una recessione economica, che quest’anno assumerà indubbiamente proporzioni storiche. Tuttavia, il loro rialzo dai livelli depressivi del mese di marzo è evidente. A nostro avviso, questa recente ripresa suggerisce che la congiuntura ritroverà vigore nel secondo semestre del 2020. Non è invece ancora chiaro quanto veloce e pronunciata sarà questa ripresa. Le fasce di oscillazione delle previsioni restano molto ampie. Inoltre, non mancano coloro che abbassano ulteriormente le proprie previsioni per l’anno in corso, basandosi sul diverso impatto delle ripercussioni del Covid-19 nei vari paesi. Ne è un esempio recente il Fondo Monetario Internazionale (FMI) che ora per la congiuntura globale prevede un crollo della crescita del 4,9 %, correggendo dunque la precedente stima di aprile di –3 %.

E qui si chiude il cerchio per il presidente USA Donald Trump. Il FMI ha infatti abbassato le stime congiunturali soprattutto per i paesi maggiormente colpiti dalla pandemia, come alcuni paesi europei, ma anche gli Stati Uniti. Per questi ultimi, gli esperti del FMI prevedono un calo dell’8 %. In confronto, l’eterno sfidante per il primo posto su scala mondiale, la Cina, se la passa molto bene. Nonostante la pandemia di Covid-19 sia iniziata proprio nel Regno di Mezzo, i responsabili del FMI si aspettano addirittura un leggero incremento della crescita dell’1 % quest’anno. La direzione appare chiara: nella corsa per il numero 1 al mondo, la Cina guadagna ulteriormente terreno. Cattive notizie, dunque, per la rielezione di novembre auspicata da Donald Trump. Per i mercati finanziari, queste recenti notizie e informazioni non fanno che confermare che la situazione resta difficile e lo sviluppo sui mercati azionari volatile. Le quotazioni raggiunte anticipano già molte cose positive, soprattutto in considerazione dei significativi ritocchi delle aspettative di profitto per i prossimi trimestri.

Posizionamento tattico

Per questo motivo, l’Investment Committee ha deciso di conservare il nostro posizionamento piuttosto cauto. La quota azionaria resta leggermente sovraponderata, ma, nonostante le incertezze, non riteniamo opportuna una sottoponderazione più marcata. Riponiamo infatti speranza nelle considerevoli misure di sostegno dei governi e delle banche centrali così come nell’eventuale produzione di medicamenti adeguati.

Riteniamo importante che nessuno perda di vista il rischio di una seconda ondata e che ciascuno faccia il possibile per evitarla. Con questa premessa, sfruttiamo le possibilità tecnologiche a nostra disposizione e continuiamo a svolgere una parte non trascurabile del nostro lavoro in home office.

A giugno i mercati azionari riprendono fiato

I mercati azionari hanno vissuto a metà giugno un breve periodo di turbolenze. Gli avvertimenti della banca centrale statunitense sulla portata della crisi attuale e sul tempo necessario per superare davvero gli effetti negativi hanno in certa misura turbato gli investitori. Venerdì scorso l’indice azionario globale risultava di fatto invariato su base mensile. Per l’intero anno, la perdita in franchi svizzeri è pari al 9,5 % circa.

Andamento odierno dei mercati azionari

Oggi, lunedì, i mercati azionari europei aprono in leggera variazione nonostante le molteplici indicazioni negative dall’Asia. Attorno alle ore 10 l’indice svizzero SMI è di fatto invariato. Per i mercati azionari statunitensi, anche i futures segnalano un’apertura in linea con il giorno precedente (chiusura di venerdì sera). Da inizio anno, le azioni statunitensi hanno perso a seconda dell’indice (Dow Jones / Standard & Poor’s 500) circa il 9-14 %, quelle europee tra il 10 e il 26 % circa a seconda dell’indice, quelle svizzere circa il 5 % (indice SMI) e quelle cinesi (indice CSI 300) un buon 3 % (tutte le cifre al 29.6.2020, ore 9.15 circa, ora di Basilea, oscillazioni di mercato da inizio anno, valutate in CHF).

Ripetiamo ancora una volta che in questo contesto la paura è cattiva consigliera. Raccomandiamo di mantenere le posizioni azionarie. Desiderate ricevere regolarmente informazioni sull’attuale situazione di borsa? Abbonatevi ora alla nostra Investment Letter.


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