L'aumento dell'incertezza relativa all'impatto economico globale dell'epidemia di coronavirus sta gravando sui mercati.
Le misure di quarantena disposte in Europa, che si inaspriscono di settimana in settimana, stanno offuscando le prospettive congiunturali e hanno già portato a una moderata riduzione delle previsioni di crescita per alcuni paesi.
Inoltre, al momento non è chiaro se le misure adottate dalle autorità sanitarie porteranno effettivamente all'auspicato rallentamento della diffusione dell'epidemia di coronavirus.
Oltre a ciò, il drastico crollo del greggio sta pesando sui mercati finanziari, tuttavia questa circostanza non si spiega solo con il peggioramento delle prospettive congiunturali, ma soprattutto con l'attuale controversia tra Arabia Saudita e Russia.
Sebbene nelle ultime settimane l'incertezza relativa agli effetti della crisi da coronavirus sia costantemente aumentata, gli epidemiologi concordano sul fatto che si tratta di un fenomeno temporaneo e ondulatorio.
Di conseguenza, l'impatto economico dovrebbe essere limitato molto probabilmente a 3-9 mesi. Le misure di sostegno all'economia da parte delle banche centrali (riduzione dei tassi d'interesse, iniezioni di liquidità) sono già state parzialmente attuate.
I governi stanno pianificando aiuti fiscali (ad es. riduzione temporanea delle imposte), allentamento della regolamentazione relativa al lavoro a orario ridotto e ulteriori spese d'investimento.
Di conseguenza, al momento non prevediamo una crisi strutturale come quella finanziaria del 2008/2009 o dell'euro, ma piuttosto un temporaneo crollo economico.
Nelle prossime settimane le incertezze potrebbero aumentare ulteriormente, tuttavia intravediamo del potenziale per una rapida ripresa, non appena sarà possibile valutare meglio la dimensione temporale, ovvero la durata, nonché l'intensità dell'epidemia. Il fatto che negli Stati Uniti lo scoppio dell'epidemia sia ancora agli inizi e che il tema stia entrando al centro dell'attenzione anche oltreoceano sta già creando ulteriori incertezze.
Tuttavia è confortante sapere che la situazione in Cina si stia stabilizzando per via della quarantena. Anche in Corea del Sud si intravede già un primo rallentamento dei tassi di crescita in riferimento ai nuovi contagi.
Ciò lascia presagire che le misure adottate stanno avendo effetto.
In sintesi, sono cruciali i seguenti punti:
- Nonostante i timori, attualmente non vi sono segnali di inizio di una recessione globale, anche se in singoli paesi, come ad esempio in Italia e Germania, le recessioni tecniche siano diventate probabili (due trimestri consecutivi con tassi di crescita negativi).
- In Cina e Corea del Sud le cifre relative ai nuovi contagi da coronavirus stanno diminuendo.
- I governi dei paesi industrializzati stanno varando misure per le imprese e i settori particolarmente colpiti (allentamento delle regolamentazioni relative al lavoro a orario ridotto, iniezioni di liquidità, sgravi fiscali e persino programmi di spesa).
- Molte banche centrali praticano una politica monetaria ancora più espansiva (ci si attende che già il 18 marzo la Fed abbassi nuovamente i tassi d'interesse).
- Sebbene l'attuale crollo dei prezzi del greggio sia anche legato all'offuscamento delle previsioni economiche, riteniamo che sia dovuto principalmente alla controversia tra Russia e Arabia Saudita per la riduzione delle quote di estrazione.
Continueremo a seguire da vicino la situazione dei mercati finanziari e gli sviluppi relativi al coronavirus.
Sconsigliamo vivamente di abbandonare precipitosamente le azioni per motivi strategici. Nel quadro della nostra strategia d'investimento, attuiamo sistematicamente misure tattiche, come ad esempio la riduzione della quota azionaria fino a raggiungere una moderata sottoponderazione nonché puntuali acquisti supplementari in mercati ipervenduti.
Un crollo delle azioni di circa il 13% dall'inizio dell'anno per l'indice SMI è certamente doloroso, ma va messo in conto se si opta per una strategia d'investimento con azioni.
Compresi gli odierni ribassi dei corsi sui mercati azionari, da inizio anno le soluzioni d'investimento hanno subìto le seguenti perdite indicative:
Soluzione d'investimento «Reddito»: ca. -2,5 % YTD,
Soluzione d'investimento «Equilibrata»: ca. -5,5 % YTD,
Soluzione d'investimento «Crescita»: ca. -8,5 % YTD.
Se si considerano gli ultimi dieci anni, il mercato azionario svizzero ha subito diverse correzioni nell'ordine del 10-15%:
2011 (crisi dell'euro)
2015 (abolizione della soglia minima di cambio EUR/CHF)
2016 (timori inflazionistici, calo dei tassi d'interesse reali)
2018 (dicembre: paura di un crollo dell'economia)
Continuiamo a consigliare di mantenere le posizioni azionarie ed eventualmente di sfruttare opportunità tattiche per iniziare a investire.
Continueremo a tenervi al corrente.
Per ulteriori informazioni non esitate a contattarci.