Commento del CIO, lunedì 30 marzo 2020
In una conferenza stampa di ieri, il presidente degli Stati Uniti ha fatto un’inversione di marcia nell’approccio finora adottato nella gestione della crisi del coronavirus. Dopo il notevole aumento degli ultimi giorni del numero delle infezioni da coronavirus confermate negli USA, soprattutto a New York, la Casa Bianca si prepara a un nuovo scenario.
Il presidente degli Stati Uniti ha riferito che negli incontri sulla crisi si è considerato di cavalcare la crisi sanitaria come fanno i cowboy («ride it through like a cowboy»).
Tuttavia ha spiegato che, secondo nuovi studi basati su modelli, la crisi del coronavirus causerebbe tra 1,6 e 2,2 milioni di vittime negli Stati Uniti, in mancanza di rigorose misure di «social-distancing» che rallentino la diffusione del virus. Per tale ragione ha deciso di estendere la raccomandazione del distanziamento sociale almeno fino alla fine di aprile, in contraddizione con l’obiettivo precedentemente espresso di un ritorno alla normalità entro la domenica di Pasqua. L’amministrazione federale statunitense sta ora intensificando i preparativi per il previsto forte aumento del numero dei casi di malattia. A tale proposito, il governo federale sta lavorando a stretto contatto con aziende statunitensi dei settori logistico, automobilistico e farmaceutico.
Alla conferenza stampa, i consulenti sanitari di Trump, la dott.ssa Deborah Birx e il dott. Tony Fauci, hanno prospettato alla popolazione statunitense 100 000-200 000 morti da coronavirus.
Trump ora si considera come colui che salverà milioni di vite grazie alla sua gestione della crisi. Il presidente USA prevede il picco dei decessi e dei nuovi contagi tra circa due settimane e la fine della crisi a inizio giugno. Dunque, a differenza degli esperti scientifici seri, azzarda una previsione esatta, che è bene però ritenere come estremamente audace e incerta.
In realtà gli studi citati alla conferenza stampa non sono nuovi. Questo numero elevato di vittime negli USA era già stato paventato il 16 marzo in uno studio dell’Imperial College di Londra, nell’ipotesi di una reazione passiva. La leader dell’opposizione, Nancy Pelosi, accusa pertanto Donald Trump di aver inutilmente sprecato molto tempo, causando così molte vittime ulteriori che avrebbero potuto essere evitate. L’erogazione dei «crediti Covid-19» alle imprese svizzere nel quadro dell’«Ordinanza di necessità concernente la concessione di crediti e fideiussioni solidali da parte della Confederazione: è stata avviata con successo la scorsa settimana. Si stima che del volume di crediti di 20 mia. di CHF messo a disposizione, ne siano già stati richiesti 4 mia. La Svizzera sarebbe certamente in grado di aumentare notevolmente tale importo senza perdere il suo rating AAA.
Nell’Unione europea si inaspriscono le controversie sull’emissione di titoli di stato comunitari. Soprattutto in Italia e in Spagna, i paesi più colpiti dalla crisi sanitaria, cresce la frustrazione per la mancanza di sostegno da parte dell’UE in campo medico e per il rifiuto finora opposto di considerare l’emissione di eurobond. Attualmente non è chiaro in che modo i nove Stati (Belgio, Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Lussemburgo, Grecia, Slovenia, Irlanda) che hanno richiesto l’emissione di obbligazioni UE per il coronavirus continueranno a fare pressione sull’UE. Anche i CEO di alcune banche europee si sono espressi a favore dell’emissione degli eurobond, sostenendo che, seppur in misura ridotta, servirebbero a inviare un segnale positivo, simbolico della solidarietà europea. La BCE ha chiesto alle banche europee di rinviare a ottobre il pagamento dei dividendi dell’esercizio precedente, per un totale di 25 mia. di euro.
Nei prossimi giorni il numero delle infezioni confermate a livello globale potrebbe raggiungere il primo milione. In Italia e in Spagna la fase della crescita esponenziale sembra essere finita.
Si può ora sperare in una lenta diminuzione del numero delle nuove infezioni quotidianamente confermate. Questa tendenza dimostra che le misure adottate in Italia e in Spagna, a circa 2 settimane dalla loro introduzione, stanno avendo l’effetto desiderato. Gli Stati Uniti, invece, sono all’inizio di una rapida crescita del numero di casi ed è grande la preoccupazione che l’adozione tardiva delle misure preventive possa determinare un sovraccarico del sistema sanitario.
Oggi, lunedì, i mercati azionari globali hanno registrato un’apertura negativa. Quelli europei sono attualmente in calo dello 0,5-2 % circa. Anche l’indice svizzero SMI è in flessione attualmente dello 0,5 % circa e pure per i mercati azionari statunitensi oggi è prevista un’apertura lievemente negativa. A seconda dell’indice (Dow Jones / Standard & Poor’s 500), le azioni statunitensi hanno attualmente perso circa il 21 %-24 % da inizio anno, quelle europee circa il 28 %, quelle svizzere circa il 16 % e quelle cinesi (indice CSI 300) circa il 10 % (tutte le cifre al 30.3.2020, ore 11.00 circa, perdite valutate in CHF).
Ripetiamo ancora una volta che in questo contesto la paura è cattiva consigliera. Raccomandiamo di mantenere le posizioni azionarie. Desiderate ricevere regolarmente informazioni sull’attuale situazione di borsa? Abbonatevi ora alla nostra Investment Letter.